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Il BIM in Italia: diffusione e adozione

19 maggio 2025
Edilizia
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Materie: CER Giornale Newsletter
Modellazione BIM 3D

L’Implementazione del BIM sarà una rivoluzione per l’Industria delle costruzioni

L’introduzione del BIM (Building Information Modeling) sta trasformando radicalmente i processi progettuali e costruttivi a livello globale, segnando un cambiamento profondo nell’industria delle costruzioni. Probabilmente, non è mai accaduto un cambiamento altrettanto significativo come quello che il BIM promette di portare con sé.
In Europa, l’adozione del BIM è vista come una priorità strategica nell’ambito della trasformazione digitale da completare entro il 2030. Questa spinta verso la digitalizzazione si integra inoltre con le iniziative del Green Deal europeo, finalizzato al raggiungimento della neutralità climatica. Anche l’Italia sta compiendo notevoli sforzi per favorire l’integrazione del BIM nei processi costruttivi, riconoscendo l’importanza di una transizione digitale nel settore.
Se da un lato non c’è dubbio che il BIM rappresenti un passaggio fondamentale verso la digitalizzazione del settore edile, con il potenziale di aumentare significativamente l’efficienza, la qualità e la sostenibilità nelle costruzioni, nella pratica il suo utilizzo non è ancora così diffuso. Nonostante ciò, le resistenze all’adozione del BIM sono comprensibili e indicano la presenza di ostacoli da superare. Tuttavia, è essenziale non perdere di vista il fatto che la digitalizzazione del settore delle costruzioni, e in particolare il BIM, è ormai un traguardo inevitabile per l’industria.
Per le aziende che desiderano mantenere la competitività, adottare una strategia digitale chiara e mirata è ormai imprescindibile. In particolare, i produttori di materiali e componenti devono adattarsi ai nuovi criteri di selezione e specifica dei loro prodotti, che sono strettamente legati al processo BIM. In questo nuovo scenario, progettisti, ingegneri e architetti sono chiamati a svolgere un ruolo cruciale nella selezione e specifica dei componenti all’interno dei progetti.
Nel contesto del BIM, i componenti devono essere rappresentati digitalmente in modo congruente per poter essere integrati nel modello. Non si tratta solo di geometria, ma di informazioni complete, che vanno ben oltre la semplice forma fisica del prodotto. Pertanto, per i produttori è fondamentale adattare i propri servizi digitali alle esigenze dei progettisti, assicurandosi che i loro prodotti possano essere facilmente integrati nei progetti. L’obiettivo finale è garantire che i dati di progettazione siano disponibili in formati digitali immediatamente fruibili dai professionisti del settore.
L’adozione del BIM non è solo un’opportunità, ma una necessità per un’industria delle costruzioni che aspira a rimanere competitiva, sostenibile e al passo con i tempi.

L’evoluzione legislativa del Codice dei Contratti Pubblici
Come già accennato, l’impegno legislativo italiano ha trovato concretizzazione con l’approvazione del Nuovo Codice dei Contratti Pubblici (Appalti), D.Lgs. 36/2023, entrato in vigore il 1° luglio 2023. Questo codice introduce una forte spinta verso la “digitalizzazione” in vari ambiti, come ad esempio l’ecosistema nazionale di approvvigionamento digitale (e-procurement), incidendo anche sulla regolamentazione del BIM per i contratti pubblici.
Il recente D.Lgs. 31 dicembre 2024, n. 209 - conosciuto come il correttivo del Codice Appalti - ha tuttavia introdotto modifiche importanti, tra cui l’articolo 15 (che ha aggiornato l’art. 43 del Codice Appalti), in base al quale l’obbligo di utilizzo del BIM sarà obbligatorio per la progettazione e realizzazione di lavori di nuova costruzione e per gli interventi su costruzioni esistenti con stima parametrica del valore del progetto di importo superiore a 2 milioni di euro.
Rispetto al Codice Appalti attualmente in vigore, emergono pertanto due differenze. La prima è la soglia che fa scattare l’obbligo del BIM: senza la modifica, dal 1° gennaio 2025 sarebbe stata pari a 1 milione di euro, mentre sarà pari a 2 milioni di euro. La seconda differenza sta invece nel metodo per determinare tale soglia: nel Codice Appalti vigente è l’importo a base di gara, mentre secondo il correttivo sarà la stima parametrica del valore del progetto.

Normative e standard BIM: evoluzione e impatto
Il BIM ha introdotto una rappresentazione digitale degli edifici che non si limita alla geometria, ma include anche dati relativi a materiali, sistemi e prestazioni. Tuttavia, è stato solo grazie allo sviluppo di standard normativi che è diventato possibile garantire interoperabilità e scambio di dati tra diverse piattaforme software e tra i vari attori del settore.
Considerando che l’industria delle costruzioni rappresenta una delle principali filiere economiche sia per il contributo al PIL sia per il numero di occupati, sia in Italia che a livello globale, è evidente l’importanza di un’adeguata regolamentazione. L’adozione del BIM richiede quindi una rielaborazione normativa a diversi livelli, coinvolgendo organismi internazionali come ISO, europei come CEN, e nazionali come UNI in Italia.
Guardando al futuro, diverse tecnologie emergenti influenzeranno significativamente l’evoluzione degli standard BIM. L’Internet of Things (IoT) permetterà l’integrazione degli elementi fisici costruiti con sensori, software e altre tecnologie, favorendo la raccolta, lo scambio e l’elaborazione dei dati in tempo reale. Anche la blockchain avrà un ruolo chiave, migliorando la gestione e la sicurezza dei dati. Tra le altre innovazioni rilevanti troviamo il fascicolo di fabbricato, i Digital Twin e molte altre tecnologie avanzate.
Si prevede inoltre che l’intelligenza artificiale (IA) avrà un impatto significativo sulle metodologie BIM, ad esempio attraverso la manutenzione predittiva e la gestione del ciclo di vita degli edifici basata su apprendimento automatico.
Un altro aspetto cruciale sarà la sostenibilità, con valutazioni basate sull’intero ciclo di vita degli edifici per affrontare le sfide del cambiamento climatico e della sostenibilità ambientale.
Grazie all’adozione del BIM e di standard aperti, il settore delle costruzioni (AEC) potrà superare le barriere legate all’interoperabilità, ottimizzare i flussi di lavoro e migliorare significativamente i risultati dei progetti.

Fornire dati di prodotto dettagliati e intelligenti 
Nei progetti BIM, i componenti – siano essi elementi, materiali o prodotti – devono essere intelligenti, ovvero gemelli digitali dei corrispondenti reali, in grado di fornire all’operatore tutti i dati necessari. Questo approccio consente di ottimizzare il lavoro di progettazione, riducendo tempi e complessità operative.
I produttori che offrono cataloghi digitali di alta qualità non solo rispondono meglio alle esigenze del mercato, ma ottengono anche vantaggi diretti: una maggiore conoscenza dei propri clienti e delle loro necessità, oltre alla possibilità di raccogliere dati utili per migliorare i propri prodotti.

Il ruolo di Confindustria Ceramica
Pur mantenendo la specificità e unicità di ogni prodotto e azienda, Confindustria Ceramica ha lavorato per definire un modello dati strutturato secondo gli standard BIM. Questo modello funge sia da guida per i produttori, sia da strumento di caratterizzazione del prodotto nel contesto digitale.
L’esito di questo lavoro è stato il “Disciplinare BIM”, un insieme di regole e prescrizioni che definisce le prassi operative per i produttori nell’implementazione dei propri cataloghi BIM.
A partire dal 2018, Confindustria Ceramica ha infatti avviato un’importante iniziativa per i propri associati, con l’obiettivo di definire un modello (template) per i Property Set BIM. Questo modello, denominato “disciplinare”, stabilisce la struttura del contenuto informativo da associare ai prodotti BIM delle tre principali categorie produttive: piastrelle, laterizi e ceramica sanitaria.
Il progetto ha visto la creazione di un Gruppo di Lavoro coordinato da Confindustria Ceramica e composto da rappresentanti delle aziende del settore, con l’obiettivo di condividere metodi e competenze, al fine di sviluppare una proposta tecnica valida e condivisa.
Il risultato finale non è un semplice file, ma un vero e proprio “Oggetto BIM”, progettato per coprire diversi utilizzi e aspetti del disciplinare di ciascuna tipologia di prodotto. 

Il pacchetto si compone di:
• Istruzioni d’uso.
• Scheda dati BIM in formato Excel (template) dei prodotti.
• Modelli esemplificativi in formato IFC (ifc, ifczip, ifcxml).
• “Mappe dei materiali”, per i prodotti a vista.
Il modello proposto da Confindustria Ceramica non si limita al Property Set standard IFC, ma introduce ulteriori strutture dati, organizzate in specifici Property Set, per caratterizzare in modo dettagliato le prestazioni dei prodotti dei produttori associati.
Questi Property Set aggiuntivi includono, ad esempio:
• Certificazioni ambientali e di processo
• Dati prestazionali specifici
• Informazioni dettagliate per l’interoperabilità
Grazie a questa impostazione, il Disciplinare BIM di Confindustria Ceramica è un riferimento essenziale per garantire una digitalizzazione coerente, efficiente e di valore per tutti gli attori della filiera, ed è a disposizione delle aziende associate.


Le principali normative BIM
• UNI EN ISO 19650 – Considerata la "norma madre" del BIM, è stata pubblicata dall’ISO (International Organization for Standardization) e adottata in Italia da UNI.
• UNI 11337 – A livello italiano, questa serie normativa si sta gradualmente riorganizzando per allinearsi alla ISO 19650 e alle più recenti evoluzioni tecnologiche e metodologiche.
• UNI EN 17412 – Introduce il concetto di Level of Information Need (LoIN), un riferimento fondamentale per produttori di sistemi, componenti e materiali nel definire gli standard informativi.
• UNI EN ISO 23387 / UNI EN ISO 23386 / UNI EN ISO 16757 – Norme chiave per la strutturazione e la gestione dei dati nel BIM.

Per chi desidera approfondire il quadro normativo, si consiglia la lettura del documento prodotto da UNI: Guida alle norme per le costruzioni digitali.

(Articolo di Valerio Da Pos, info@3dbservice.it, pubblicato in CER il giornale della ceramica n.409)

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