Vai alla lista notizie Notizie Come porto e treni sostengono la competitività 19 giugno 2025 Materie: CER Giornale Newsletter Salva nei preferiti Il sistema logistico supporta il distretto della ceramica per le importazioni di materie prime e per le esportazioni di piastrelle sui mercati internazionali Nel cuore dell’Emilia-Romagna, il distretto ceramico di Sassuolo rappresenta un’eccellenza mondiale nella produzione di piastrelle e materiali per l’edilizia. Tuttavia, dietro il prestigio di questo settore non ci sono solo innovazione e design, ma anche un sistema logistico strutturato che sostiene l’intero ciclo produttivo, dall’importazione delle materie prime alla distribuzione globale dei prodotti finiti. Il porto di Ravenna rappresenta, per esempio, un’infrastruttura strategica per l’industria ceramica italiana, soprattutto come porta d’accesso per l’importazione delle materie prime essenziali alla produzione di piastrelle. Lo scalo ravennate è un vero proprio gioiello che, con i suoi 25,6 milioni di tonnellate di merce movimentata e con più di 2.500 toccate di navi nel 2024, si caratterizza come leader in Italia per gli scambi commerciali con i mercati del Mediterraneo orientale e del Mar Nero e svolge una funzione importante per quelli con il Medio e l’Estremo Oriente. Proprio grazie alla sua posizione geografica favorevole e ai continui investimenti infrastrutturali, il porto romagnolo è, così, un punto di riferimento per l’approvvigionamento di argille e feldspati. «Nel 2021 - spiega Daniele Rossi, presidente dell’Autorità Portuale di Ravenna - si movimentavano dal Mar Nero, via porto di Ravenna, oltre 5 milioni di tonnellate di inerti per ceramica di cui 2 milioni provenienti solo dal territorio dell’Ucraina, corrispondendo, così, all’80% del fabbisogno complessivo di materie prime della produzione ceramica in Emilia-Romagna». Ora, a causa del conflitto tra Ucraina e Russia, sulla stessa tratta, il flusso di materie si era praticamente azzerato. Eppure, il volume aggregato che giunge a Ravenna continua ad essere alto: «nel 2024 - sottolinea Rossi - sono state movimentate nel porto oltre 3 milioni e 700mila tonnellate di materie prime per ceramica con un aumento del 7% rispetto al 2023. Tutto ciò per l’entrata in campo di catene di approvvigionamento alternative in Paesi come India, Brasile, Portogallo e Turchia». È ovvio, però, che i tempi di percorrenza e soprattutto i costi di spedizione sono lievitati. Proprio per questo motivo, vi è la necessità impellente di avvalersi di navi più grandi, di ottimizzare i costi e di limitare al massimo i tempi occorrenti per caricare e scaricare le navi. Da parte sua l’Autorità Portuale romagnola non è stata con le mani in mano e già negli scorsi anni ha studiato e messo in atto il progetto “Ravenna Port Hub” che, attualmente, è al 70% dello stato di avanzamento dei lavori, nell’ottica di aumentare la capacità logistica dello scalo in funzione anche e soprattutto del distretto di Sassuolo. «Questo piano strategico di sviluppo del porto - aggiunge Rossi – ha portato investimenti pari a 5 miliardi di euro (4 miliardi dai privati e 1 direttamente a carico dell’Autorità Portuale, di cui circa 300 milioni di euro con i fondi del PNRR)». Tra i capisaldi del piano vi è la volontà di portare i fondali portuali a 14,5 metri di profondità entro il 31 dicembre 2026 aprendo, in tal modo, la strada alle grandi navi. «Prima - dice il presidente – senza i nostri interventi di dragaggio e con i fondali a 10,5 metri, le navi che potevano entrare nel porto avevano una capacità di carico fino a 40mila tonnellate. Poi, ora, con la prima fase di dragaggio conclusasi a fine 2024 e con i fondali 12,5 metri, potranno attraccare navi fino a 50/60mila tonnellate. Quando, infine, sarà chiuso l’ultimo step, entro la fine del 2026, con i fondali a 14,5 metri, potranno entrare navi fino a 70/80mila tonnellate, raddoppiando di fatto la capacità di carico rispetto alla situazione iniziale». Oltre a ciò, è stata messa in atto una strategia di sviluppo che si basa su diversi fattori: «il rinnovamento infrastrutturale - sintetizza il presidente - dell’area portuale, l’aumento della capacità ferroviaria dello scalo (con la creazione di due nuove stazioni al suo interno e il completamento dei raccordi con i terminal), il rifacimento della circonvallazione di Ravenna con l’accesso al porto, la dotazione del porto di una sua capacità di produzione di energia con la realizzazione di un grande parco fotovoltaico che alimenterà il cold ironing del terminal passeggeri e la piena digitalizzazione di tutta l’area e dei servizi portuali». Dopodiché quale potrà essere la sfida per gli anni futuri? «Tradizionalmente - conclude Rossi – il porto di Ravenna è sempre stato un porto di importazione di materie prime per il mondo ceramico, ma con questa sua maggiore capacità operativa consentirà di rendere ancora più competitivo l’export del distretto verso i Paesi del Medio ed Estremo Oriente». Altra piattaforma strategica per la logistica del comparto ceramico è lo scalo ferroviario merci di Dinazzano, situato nel territorio di Casalgrande (Reggio Emilia), nel cuore del distretto di Sassuolo, su una superficie di 130mila metri quadrati e gestito da Dinazzano Po Spa. La piattaforma oggi è polifunzionale e oltre ad un’area gestita direttamente dalla stessa società, serve diversi operatori del settore quali DB Cargo Transa - Full Load Solutions Italia S.r.l., Spinelli Srl, Messina Spa e GLT Logistica. «Presso lo scalo di Dinazzano - afferma Gino Maioli, presidente di Dinazzano Po Spa - transitano le materie prime per il settore ceramico che arrivano dal porto di Ravenna, ma anche dal centro della Germania e in minima parte anche dalla Serbia. Oltre a questi vi è l’arrivo via treno di materie prime dall’area di Massa Carrara e da Piacenza che da anni gestiamo con e per conto di Kerakoll e che vede complessivamente la realizzazione di 7-8 coppie di treni alla settimana». Nello stesso tempo, settimanalmente, dallo scalo partono treni carichi alla volta dei porti di Genova, La Spezia e Livorno, ma anche dei valichi di Chiasso e il Brennero per le esportazioni di piastrelle oltreoceano e nel Nord Europa. Pur avendo, però, un ruolo centrale nel processo di intermodalità della movimentazione delle merci del sistema ceramico, lo scalo Dinazzano ha visto, in questo ultimo periodo, una diminuzione del traffico. «Nel corso del 2024 - conferma Maioli – le tonnellate movimentate dallo scalo hanno registrato un calo del 6,46% rispetto all’anno precedente, passando dai 4.208 treni lavorati del 2021 ai 3.075 treni dello scorso anno». Quali le motivazioni? Il presidente di Dinazzano Po Spa sostiene che «sono diverse. La prima è sicuramente quella riferita alla forte concorrenza della gomma, in particolare nella breve distanza. Nello stesso tempo, incide il calo della produzione industriale in Italia e in Europa ma vi sono anche numerose problematiche che riguardano le infrastrutture ferroviarie sia in Italia che all’estero legate ai lavori di riqualificazione delle stesse». Una cosa è certa: il trasporto ferroviario è significativamente più ecologico rispetto al trasporto su strada. I treni, infatti, emettono meno CO2 per tonnellata di merce trasportata rispetto ai camion. Basti pensare che, mediamente, si stima che un treno merci può sostituire fino a 50 autocarri sulle infrastrutture viarie. In ogni caso, l’impiego di risorse finanziarie in questi ultimi anni per Dinazzano sono numerosi e vanno messi in connessione anche con le scelte di investimento di FER sulle linee ferroviarie oltre che alla scelta di Dinazzano Po Spa di operare «per aumentare la capacità operativa dello scalo ma anche la riduzione dell’impatto ambientale dello stesso sul territorio». Consistente (10 milioni di euro) l’investimento di FER per realizzare l’elettrificazione della linea ferroviaria e «si è investito – chiude Maioli - per l’acquisizione di due ulteriori locomotive elettriche per ora a noleggio ma che mi auguro che il piano industriale decida l’acquisto definitivo. Questa scelta, che oggi ha indicativamente un costo di 600mila euro anni, ci ha consentito di avere la possibilità di attestare treni da 2000 tonnellate lorde allo scalo rispetto alle 1600 di quando non vi era l’elettrificazione ma anche la riduzione di 1366 tonnellate equivalenti di CO2 l’anno di emissioni sul territorio per quanto riguarda la tratta ferroviaria Reggio Emilia-Dinazzano». Importante anche l’erogazione, da parte di Dinazzano Po Spa, di risorse per la piantumazione di 45mila metri cubi di verde per mitigare l’impatto ambientale nelle aree di pertinenza dello scalo e assorbendo, così, l’intera produzione di CO2 emessa dalle manovre ferroviarie. Anche il Polo Logistica del Gruppo FS Italiane (che è il raggruppamento di società specializzate nel trasporto merci su ferro e nella logistica integrata in Italia e in Europa) è impegnato a favorire la movimentazione delle merci del distretto ceramico. Composto da 8 società, configurato come una subholding guidata da Mercitalia Logistics, è il principale operatore merci su ferro in Italia, con il 42% di quote di mercato e un fatturato di oltre 1,3 miliardi di euro, e uno dei principali in Europa. A livello continentale è presente in 22 Paesi con oltre 6900 persone, con collegamenti giornalieri da e per l’Italia a vantaggio dei servizi di import ed export a sostegno del made in Italy. La flotta è composta da 650 locomotori, 13mila carri, 5 navi e oltre 30 camion a cui si aggiungono i 21 Terminal gestiti in Italia e in Europa. Offre soluzioni door-to-door e intermodali che combinano ferrovia, gomma e trasporto marittimo, tramite le proprie società controllate o mediante partnership con operatori stradali e marittimi, sia per il trasporto di prodotto finito che per quello di materie prime. «In Italia - dice Sabrina De Filippis, amministratore delegato di Mercitalia Logistics - siamo presenti nei principali hub intermodali del distretto come Verona, Piacenza e Bologna per la distribuzione delle ceramiche italiane verso l’estero e a Dinazzano per l’import delle materie prime». Per facilitare il trasporto delle ceramiche italiane nei mercati esteri, oltre ad essere presente in 22 paesi in Europa, il Polo Logistica collabora con i principali player in modo da garantire continuità operativa, oltre a transit-time certi e competitivi con la gomma. «In particolare – prosegue De Filippis - nel 2024 abbiamo movimentato 60mila tonnellate di argilla e feldspato dirette al distretto italiano delle ceramiche da Germania, Est Europa e porti e oltre 80mila tonnellate di ceramiche in partenza dal distretto stesso verso Germania, Francia, Nord Europa, oltre a destinazioni intercontinentali grazie ai collegamenti con i principali porti italiani». Lo stesso Amministratore Delegato di Mercitalia Logistics dice che «il nostro modello di logistica sostenibile prevede progetti che permettono di ottimizzare i flussi nella maniera più sostenibile possibile, con il treno come vettore principale sulle lunghe distanze. Questo comporta un minore impatto ambientale, grazie alla riduzione delle emissioni di CO2 rispetto al trasporto su strada, efficienza economica con costi di trasporto maggiormente competitivi rispetto alla gomma sulle lunghe distanze, maggiore capacità di carico e possibilità di movimentare grandi quantitativi di merce in un’unica spedizione, affidabilità con certezza dei tempi di spedizione». Il Polo Logistica sta lavorando per migliorare la velocità e l’affidabilità delle spedizioni ferroviarie per il settore ceramico: studiando soluzioni ad-hoc con treni completi dedicati per il trasporto di materia prima in ingresso; mettendo a disposizione un network europeo intermodale con alte frequenze settimanali con i principali mercati europei per la distribuzione del prodotto finito in uscita. «Inoltre – assicura Sabrina De Filippis - l’informazione al cliente finale viene assicurata mediante l’implementazione di soluzioni digitali per la tracciabilità delle spedizioni. Gli investimenti infrastrutturali in programma in Europa nei prossimi anni, per modernizzare la rete logistica, rappresentano un’opportunità chiave per il rilancio competitivo del Paese». L’efficientamento delle reti costituirà un boost di competitività con cui consolidare la leadership nel continente. «Il piano strategico del Polo Logistica - conclude l’Amministratore Delegato - è la risposta concreta per affrontare queste sfide, rafforzando il network delle partnership di valore. Un piano che prevede investimenti dedicati al rinnovo della flotta, al potenziamento di terminal esistenti e alla creazione di nuovi e alla digitalizzazione». (Articolo di Andrea Ghiaroni, pubblicato su CER il giornale della ceramica n. 410)