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Design e intelligenza artificiale: la creatività va oltre i limiti

26 agosto 2024
Editoria
Materie: CER Giornale Newsletter
Redefining Architecture in the Post-AI Era - www.timfu.com

L'impiego di reti neurali e di ampi database consente di sviluppare soluzioni originali. Il caso della sedia Elbo.

Abbiamo già raccontato di come l’intelligenza artificiale (IA) stia prendendo piede in modo esponenziale in ogni ambito dell’attività umana: dallo smartphone all’elettrodomestico, dall’automobile al word processor, oggi non è più possibile immaginare il mondo senza questa tecnologia.
Il fenomeno non è solo di costume ma sta profondamente interessando l’intero sistema economico mondiale. Un dato per tutti: l’Osservatorio Artifical Intelligence del Politecnico di Milano rivela che nel 2022 il mercato italiano dell’IA ha raggiunto 500 milioni di euro, con una crescita impressionante del 32% in un solo anno.
 
IA nel campo del design
Ciò che in questo breve articolo vogliamo esplorare è come l’intelligenza artificiale sia in grado di influenzare ambiti prettamente artistici e creativi come il design nelle sue varie declinazioni, nei quali il fattore umano è fondamentale e decisivo.
Chiunque può fare esperienza diretta improvvisandosi “designer per un giorno”: basta chiedere a software come Midjourney o Dall-E di creare una sedia o un tavolo o un telefonino; magicamente e in pochi secondi tali programmi restituiranno sotto in nostri occhi oggetti le cui forme e colori asseconderanno le nostre richieste, per quanto azzardate o fantasiose esse siano.
Ma, ovviamente, qui siamo nel puro campo del divertimento e della speculazione, ben lontano da quello che è il Design con la D maiuscola, nel quale forma e funzione “devono” sposarsi in modo indissolubile per soddisfare esigenze ed avere riscontro in un mercato reale.
Analizziamo di seguito due esempi che riteniamo emblematici soprattutto perché rappresentano due comportamenti molto diffusi nei confronti dell’IA, fra loro diametralmente opposti.
 
La sfida di Amazon nel campo della moda: addio agli stilisti umani?
Fra le prime esperienze di IA destinato alla moda c’è senza dubbio quella di Amazon che già nel 2017 aveva dato vita ad un progetto di machine learning con il quale l’intelligenza artificiale impara i gusti del momento analizzando capi di abbigliamento di determinati stili per poi creare, dal nulla, nuove linee e collezioni. 
Attraverso l’impiego di reti neurali (e del metodo Generative Adversarial Network o GAN) vengono analizzate migliaia di immagini dalle quali imparare un determinato stile, potendolo poi applicare in modo del tutto originale su nuovi elementi, con la certezza che incontrerà il favore degli acquirenti.
Le implicazioni di tipo sociologico sono davvero molte e potrebbero generare non poche preoccupazioni: può un algoritmo sostituirsi integralmente all’essere umano, diventando stilista di moda e dettando il gusto negli anni a venire? Può l’analisi di una seppur sconfinata serie di esempi trasformarsi in atto creativo, sostituendosi all’estro, all’emozione e all’intuizione di un creativo in carne ed ossa?
Lasciamo sospesi questi interrogativi e analizziamo un altro straordinario esempio.
 
La sedia Elbo: il laboratorio di design generativo di Autodesk
Immaginiamo di poter chiedere ad un software di “creare” una sedia completamente originale partendo dallo stile moderno danese, indicando magari un paio di modelli esistenti di riferimento e  imponendo il materiale con cui realizzarla. Non solo. Immaginiamo di poter dire al software anche il carico che tale sedia dovrà sopportare, stabilire l’altezza della seduta e altri vincoli per garantire una buona ergonomia, con l’obbligo di ottimizzare il più possibile l’impiego del materiale, senza inutili sprechi.
È quello che nel 2016 Arthur Harsuvanakit, in collaborazione con Brittany Presten, ha chiesto a Dreamcatcher, il sistema CAD di progettazione generativa di Autodesk, dando vita a centinaia di prototipi via via affinati sino al risultato finale: una sedia dalle forme organiche, dal design affascinante ed efficiente sia dal punto di vista strutturale che dal punto di vista dell’impiego e ottimizzazione del materiale.
L’esperienza di Elbo, così si chiama la sedia in questione, rappresenta, inoltre, un ottimo esempio di interazione tra l’uomo e l’Intelligenza Artificiale: mano a mano che il sistema offriva soluzioni completamente inventate, i due designer scartavano alcuni risultati a favore di altri, indirizzando così le successive iterazioni, fino a determinare l’aspetto definitivo dell’oggetto.
Dunque in questo caso l’intelligenza artificiale diventa un valido strumento di “supporto” per il designer, amplificandone in modo straordinario le sue possibilità in termini di combinazioni, tentativi progressivi e alternative ottenute in tempi molto ristretti, senza alcuna velleità di sostituirsi all’essere umano.


Sedia Elbo - www.arthurharsuvanakit.com
 
Un nuovo Rinascimento per il design del futuro.
Oggi moltissimi designer stanno esplorando le possibilità offerte dall’IA; alcuni sono diventate vere e proprie figure di riferimento nel settore; pensiamo al designer Tim Fu, formatosi presso Zaha Hadid Architects, che ha dato vita ad uno studio di progettazione all’avanguardia che guida l’integrazione dell’IA in progetti di design visionari, oppure a Krista Kim, filosofa e artista digitale che collabora con grandi firme del design e della moda come Louis Vuitton, Lamborghini, Samsung, ecc.
C’è chi parla di un vero e proprio nuovo Rinascimento che porterà a nuove estetiche, nuove forme, colori, strutture tutte ancora da pensare, ottenute grazie alla convergenza tra pensiero e sensibilità “reali” direttamente prodotti dall’uomo e metodologie e soluzioni virtuali, ottenute grazie allo straordinario potere dei computer. 

(Articolo a cura di Carlo Magrì - info@imagem.it - pubblicato in CER il giornale della Ceramica n. 404)