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Cersaie apre all’insegna di industria e mercati

19 settembre 2024
Editoria
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Convegno inaugurale Cersaie 2023 - foto archivio

di Andrea Serri, Direttore Editoriale di "CER il giornale della Ceramica"

(Settembre 2024) Il convegno “Transizione energetica e competitività internazionale per la ceramica italiana”, che inaugura lunedì 23 settembre la 41° edizione di Cersaie alla presenza del Ministro dell’Ambiente e della Transizione Energetica Gilberto Pichetto Fratin e del Presidente di Confindustria Emanuele Orsini, mette al centro della riflessione i due temi cardine del fare impresa oggi: la manifattura ed i mercati. In attesa di ascoltare dalla viva voce dei protagonisti le scelte strategiche e le azioni che si intendono portare avanti, facciamo un passo nel passato che presenta ancora elementi di attualità. 

La prima rivoluzione industriale, avvenuta della seconda metà del XVIII secolo, ci consegna una verità incontrovertibile e tuttora valida – esiste l’industria solo se si hanno a disposizione rilevanti volumi di energia – ed anche il suo significativo corollario: senza energia non esiste manifattura organizzata. Può apparire una affermazione scontata, ma se la caliamo nel pieno della transizione energetica che stiamo vivendo forse non è poi così banale.
La sostituzione di combustibili fossili, di facile e consolidato impiego oltre che tuttora molto diffusi nel mondo, passa attraverso la reale disponibilità di fonti alternative che debbono necessariamente avere minori emissioni climalteranti, essere disponibili in elevate quantità e avere una equivalenza economica per kilocaloria prodotta rispetto agli altri vettori energetici. L’utilizzo di percorsi alternativi all’esistente diventa una realtà solo se questi tre fattori dell’equazione stanno, sempre, assieme. Limitarsi a considerarne anche solo due comporta la fuoriuscita da una logica industriale o, peggio ancora, dal mercato.
La ricerca scientifica e l’innovazione tecnologica svolgono una funzione fondamentale nel miglioramento delle performance, come nel caso della ceramica italiana che ha ridotto del 50% il consumo di energia termica per metro quadrato nel corso degli ultimi 20 anni mentre raggiungeva le migliori performance mondiali in termini ambientali e di rispetto delle persone, e nell’individuazione di nuovi percorsi e nuovi combustibili, la cui reale efficacia va sempre ‘messa a terra’ e testata alla prova dei fatti. 


La struttura industriale e le modalità manifatturiere sono strettamente collegate ai mercati di sbocco dei prodotti. Ogni processo industriale consente di realizzare elevati volumi di prodotto in grado di ridurre i costi unitari, situazione che allarga la platea dei potenziali acquirenti. È stata la storia del miracolo economico italiano letta dal lato dell’offerta, un esempio tra i tanti. 
Una lettura globale del fenomeno ci porta però a considerare che, qualora le medesime tecnologie siano disponibili nei diversi continenti, la capacità competitiva su scala internazionale tra le aziende di diverse nazioni deve necessariamente passare attraverso altri fattori quali il livello di innovazione sui prodotti, le condizioni di contesto infrastrutturale e normativo, il livello di competenza delle persone della filiera, la capacità di sviluppare relazioni commerciali. Tutti fattori indispensabili per differenziarsi ma che richiedono, sempre e comunque, la possibilità di produrre in modo industriale e a costi concorrenziali. In questo il tema dell’energia è e rimane, da sempre, centrale.