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Dal cucchiaio alla città: l'IA come nuova esperienza totalizzante

28 novembre 2024
Materia: Newsletter
Architettura città intelligenza artificiale

Il passaggio dalla Smart City all'Artificial Intelligence City consentirà di trovare soluzioni in tempo reale ai problemi delle città.

Lo slogan dell’architetto e teorico dell’architettura Ernesto Nathan Rogers, creato nel 1952 per spiegare come l’attività di progettazione di un buon architetto si preoccupi di ogni aspetto dell’esistenza umana, si adatta in modo provocatoriamente ideale per descrivere i campi di applicazione dell’IA (Intelligenza Artificiale).
In una società dove la “specializzazione” è il nuovo paradigma per qualsiasi professione, abbandonando l’idea del professionista “generalista” e “tuttologo” capace di applicare il suo metodo a qualsiasi aspetto del mondo, sembra che proprio l’IA stia velocemente assumendo il compito di poter affrontare qualsiasi sfida, a qualunque scala: si tratti del design di una sedia o della gestione urbanistica di una metropoli, a questo strumento si sta dando l’arduo compito di trovare soluzioni innovative e strade originali da intraprendere per cambiare il futuro del nostro pianeta.
 
Dalla Smart City alla Artificial Intelligent City
Partiamo da un dato ineluttabile: nei prossimi dieci anni, oltre il 70% della popolazione mondiale vivrà nelle città, provocando un impatto senza precedenti sulle infrastrutture e le risorse esistenti, in particolare modo per quanto riguarda l’approvvigionamento idrico.
Tra le 10 città più popolose ci saranno al primo posto Tokyo, con oltre 37 milioni di abitanti, sino ad arrivare a Città del Messico, che chiude la lista con quasi 24 milioni di abitanti.
Ecco che la pianificazione urbanistica torna al centro della riflessione e si pone come il principale strumento per tentare di immaginare soluzioni concrete ai problemi che il futuro ci presenterà.
Nel 2009 viene coniato il termine Smart City per indicare la prima città, Rio de Janeiro, dotata di un piano che utilizza l’innovazione tecnologica per monitorare la gestione dei rifiuti con una rete di sensori.
Oggi l’obiettivo è passare dalla Smart City ad una Città Artificialmente Intelligente, capace cioè di utilizzare la rete di sensori, smart grid, Internet of Things e Big Data in modo indipendente e autonomo, minimizzando l’intervento umano e trovando soluzioni in tempo reale per risolvere i problemi che le città presentano costantemente.
 
L’Intelligenza Artificiale per la sostenibilità ambientale
Certamente lo scopo principale dell’IA nella gestione della città è favorire una maggiore sostenibilità ambientale e di conseguenza migliorare la qualità della vita dei cittadini.
Questo obiettivo può essere perseguito in tanti modi:
- a livello energetico, aiutando a prevedere e a gestire i consumi in determinati momenti o periodi;
- a livello di inquinamento, ottimizzando ad esempio i flussi di traffico per ridurre le emissioni di CO2;
- a livello ecologico, migliorando la raccolta e la gestione dei rifiuti e ottimizzando l’approvvigionamento idrico;
- a livello climatico, prevedendo eventi atmosferici estremi e operando di conseguenza per evitare disastri ambientali.
Tutto ciò sarà possibile grazie alla quantità inimmaginabile di dati raccolti in tempo reale e alla capacità di elaborarli istantaneamente per operare scelte corrette in grado di risolvere i problemi che si presentano.
Alcune città nel Mondo hanno già iniziato ad operare in tale direzione avvalendosi di strumenti di l’IA.
Singapore, ad esempio, sfrutta la sua rete sensori e telecamere intelligenti per guidare il traffico, monitorare la qualità dell’aria e garantire livelli di emissioni nocive accettabili.
A Barcellona, invece, l’IA è già impiegata con profitto per gestire l’illuminazione pubblica evitando sprechi e gestendo la raccolta dei rifiuti in modo più performante.
Alcune municipalità cinesi, poi, si sono spinte oltre, creando per le proprie città dei veri e propri City Brain, applicazioni di IA che autonomamente (quindi senza l’intervento umano!) gestiscono il traffico urbano.
è questa, probabilmente, l’idea più avanzata di IA applicata in ambito urbanistico, dal momento che considera la città stessa come un “sistema” autonomo, un vero e proprio cervello indipendente, capace di pianificare scelte attraverso l’analisi e l’elaborazione di quantità impressionanti di dati che provengono dalla città stessa.
Proprio in questo ambito, tuttavia, è giusto porsi alcune domande di ordine etico: come insegnare ad un sistema così avanzato concetti quali bene/male, giusto/ingiusto affinché le scelte operate siano realmente a vantaggio dei cittadini in modo equo e democratico? E come gestire in modo corretto la mole di dati sensibili che provengono dagli stili di vita e dai comportamenti dei singoli cittadini, senza che vengano utilizzati per fini commerciali, o peggio ancora, illeciti? In pratica, come garantire la privacy di ognuno di noi un un sistema cittadino dove ogni nostra azione viene monitorata, tracciata e rielaborata per compiere scelte?
 
Siamo pronti?
Chiudiamo questo nostro excursus nell’Universo dell’Intelligenza Artificiale, augurandoci di aver disegnato una panoramica sufficientemente ampia per far comprendere la rivoluzione che ci attende nei prossimi anni.
L’IA è penetrata in ogni aspetto della nostra vita e non possiamo più considerarla solo un nuovo strumento tecnologico a nostra disposizione, ma dobbiamo piuttosto pensare ad un nuovo paradigma che modificherà il nostro stile di vita. Sta a noi utilizzarla in modo etico e responsabile, sfruttandone al massimo i vantaggi e minimizzando i rischi che, inevitabilmente, si presenteranno.

(Articolo di Carlo Magrì - info@imagem.it)