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Lamberti: “Viviamo in un periodo che richiede visioni nuove”

21 ottobre 2024
Materie: CER Giornale Newsletter
Paolo Lamberti - Acimac

Intervista a Paolo Lamberti, presidente di Acimac, Associazione Costruttori Italiani Macchine e Attrezzature per Ceramica

di Andrea Serri

Paolo Lamberti, presidente di Acimac, che situazione congiunturale stiamo vivendo? 
Il 2023 si è chiuso meglio delle previsioni, con un aumento del fatturato dell’1% che ha portato al nuovo record di 2,37 miliardi di euro, grazie ad una Italia che tiene, l’Europa in calo ed una crescita in Sud America, Indonesia e Thailandia. Per comparti, il settore piastrelle si conferma attivo, seppure con un lieve calo mentre crescono laterizi e ceramica sanitaria - settori fermi da tempo. Se osserviamo il fatturato per tipologie di macchine, molto bene tutto il fine linea e lo stoccaggio mentre la parte iniziale ha avuto una frenata, con la sola eccezione della ‘preparazione terre’ laddove le tecnologie delle lastre permettono di contenere i costi. 
I primi sei mesi del 2024 registrano un rallentamento, come altri comparti industriali italiani, ma non un tracollo. Nei prossimi anni prevedo una conferma della nostra forza negli ambiti dove già ora facciamo la differenza come tecnologia, quali lo sviluppo delle superfici ceramiche sui piani da cucina, tecniche di pressatura adatte anche a materie prime non argillose e soprattutto la gestione efficiente dell’energia, anche attraverso la ricerca di fonti di energetiche alternative. 

Il rallentamento è preludio ad un cambiamento nel modo di fare impresa?
Negli ultimi anni le aziende Italiane produttrici di tecnologie per la ceramica hanno presentato innovazioni incredibili: penso alle lastre ed ai nuovi processi di formatura, alla digitalizzazione del processo ed ai lavori sulla struttura complessa della superficie dei materiali. Siamo in presenza di trasformazioni profonde, possibili solo su questo territorio dove l’innovazione nasce dalla relazione continua tra piccole aziende e grandi impiantisti, in grado di offrire nuove soluzioni di sistema al cliente finale. Viviamo un periodo che richiede di investire su progetti innovativi e visionari. 

Per ‘industria 5.0’ che cosa c’è ancora da fare?
Oggi il software che controlla l’intero ciclo della produzione ceramica permette di posizionarsi ad un livello superiore. Gli impiantisti lavorano costantemente in questa direzione, come dimostrano il basso livello di consumo dei forni o le percentuali di recupero di scarti ed energia, senza tralasciare il fine linea che ha efficientato i percorsi della logistica. Il passo è stato enorme e l’innovazione dei processi, tracciata in modo chiaro, deve venire affiancata da personale preparato, che purtroppo rappresenta una delle problematiche più importanti da affrontare.

Qual’è il giudizio sugli incentivi agli investimenti? 
Tutte le associazioni Confindustriali considerano il sistema di incentivazione agli investimenti troppo breve: i 16 mesi che mancano alla fine del 2025, anno di vigenza degli incentivi 5.0, corrisponde, in alcuni casi, al tempo di consegna di un macchinario. Abbiamo bisogno di leggi che siano valide almeno cinque anni, in modo che i nostri clienti possono in modo corretto pianificare gli investimenti e la copertura finanziaria necessaria. Fare investimenti significa, molte volte, operare in contesti cambiati rispetto al passato, trovare mercati nuovi o nuove tipologie di gestione dello stesso prodotto, una cosa che richiede tempo.

Come si configura la concorrenza internazionale dei produttori di tecnologia ed impianti ceramici? 
La situazione è oggi “un duello” ad armi non pari. La concorrenza cinese, che dispone di ferro e acciaio ad un costo inferiore, ma soprattutto supportata da politiche economiche di una Cina alla disperata ricerca di nuovi mercati, esporta anche in Europa macchinari o parti di essi con minori qualità, sicurezza per chi le utilizza, e garanzie di affidabilità e durata rispetto ai prodotti realmente made in Italy. Parliamo anche di produttori di impianti che hanno sviluppato negli ultimi anni proprie divisioni industriali che producono piastrelle di ceramica, magari aprendo fabbriche in Arabia Saudita o nell’area dell’Africa sub sahariana, diventando in tal modo nello stesso tempo fornitori e concorrenti dei loro clienti. Questo approccio è pericoloso perché chi acquista queste macchine trasferisce know how e saperi che invece dovremmo tutelare molto di più. Compito delle aziende di Acimac è di continuare a sviluppare tecnologie di alto livello trovando sempre soluzioni ad elevata efficienza e ridotti costi di produzione. 

Quali le novità a Tecna? 
Nei 12 padiglioni (67.000 metri quadrati)  hanno esposto 330 espositori, il 44% stranieri; 200 sono gli ospiti top invitati da tutto il mondo. Un’ apertura verso altri paesi che producono tecnologie chiamate a confrontarsi con la realtà Tecnologica del nostro distretto italiano, d’ora in avanti brandizzato sotto il marchio We are ACIMAC. Questo marchio identificherà tutte le tipologie di macchine realizzate esclusivamente in Italia e che hanno specifiche caratteristiche di efficienza e sicurezza, aspetti peculiari della nostra produzione. Una iniziativa che ha l’obiettivo di dare valore anche al territorio che, in pochi Km/quadrati, concentra innovazione e servizi che non hanno eguali al mondo. 

Quali i punti salienti del suo secondo mandato alla guida di Acimac?
Uno dei temi sempre più caldi è quello dell’energia necessaria al nostro distretto, un tema che ci riguarda direttamente in quanto caratterizza la nostra ricerca tecnologica, la cui soluzione richiederà anni e non mesi, e per la quale intendiamo anche sviluppare uno studio su produzione ed uso di energia nucleare al servizio della ceramica. Considerando le leggi esistenti nel nostro Paese, per ora rimane un esercizio anche se credo possa aiutare a porre le basi per un futuro orientato verso fonti di energia diversificate. Anche la formazione professionale dei ragazzi nel post diploma attraverso il progetto ITS Maker è uno dei punti cardine di questi anni, certificato dalle moltissime adesioni che abbiamo avuto nello scorso anno scolastico e che ci prepariamo ad affrontare anche quest’anno. 
Un ulteriore importantissimo obiettivo, già perseguito nel precedente mandato, è una maggiore relazione tra Confindustria Ceramica e ACIMAC, sperimentato lavorando in sinergia per trovare soluzioni per contrastare ‘invasioni di campo’ che sarebbero potute diventare molto pericolose. Se siamo consapevoli, condividiamo gli stessi obiettivi e dimostriamo di essere capaci di fare sistema, come peraltro già dimostrato, saremo tutti più forti ed in grado di ottenere sempre maggiori risultati.