Vai alla lista notizie Notizie Incendi in California: un’analisi della sicurezza in edilizia 19 maggio 2025 Edilizia Editoria Materie: CER Giornale Newsletter Salva nei preferiti Esploriamo con Carlo Dall’Oppio le problematiche legate alla sicurezza, alla protezione agli incendi e alla sostenibilità ambientale in edilizia, alla luce dei recenti eventi in California. Carlo Dall’Oppio, ingegnere civile edile e già dirigente generale del Ministero dell’Interno con incarico di Capo del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, approfondisce il tema degli incendi in edilizia. La sua carriera l’ha vista ricoprire ruoli di grande responsabilità. Come descriverebbe l’evoluzione dell’approccio alla sicurezza nel corso degli anni, sia dal punto di vista tecnico che culturale? Quali le riflessioni da fare anche in seguito ai disastrosi incendi di Los Angeles? “Sicuramente c’è una crescente sensibilità verso il tema della sicurezza, tanto da parte dei cittadini quanto delle imprese. Oggi si richiedono sempre più soluzioni sicure e prestazioni elevate in termini di protezione. Tuttavia, c’è anche un aspetto negativo: nel corso degli ultimi trent’anni, abbiamo assistito ad un progressivo appesantimento della burocrazia che, sebbene nasca con l’intenzione di migliorare la sicurezza, a volte rischia di perdere di vista la realtà e distogliere l’attenzione dall’obiettivo primario. In riferimento ai wildfires della California, va detto che quell’area, dove questi eventi sono effettivamente ciclici, presenta una serie di condizioni climatiche e ambientali che rendono gli incendi particolarmente devastanti. Fattori come la siccità prolungata, i venti forti e la vegetazione arida sono combinazioni letali che, in un contesto come quello californiano, dovrebbero spingere a soluzioni costruttive che tengano in debito conto della sicurezza antincendio.” Guardando al modello californiano, cosa potrebbe essere migliorato per proteggere meglio le aree urbane e i boschi circostanti dagli incendi? “Nel caso della California, una delle misure fondamentali per prevenire i danni causati dagli incendi potrebbe essere quella di realizzare preventivamente le cosiddette “linee taglia fuoco”, costituite da fasce di terreno nelle quali è stata rimossa la vegetazione, al fine di creare un’area il più possibile priva di materiali combustibili. Questi spazi sono essenziali sia per evitare la propagazione del fuoco sia per facilitare l’intervento dei soccorsi. In Italia, la cultura costruttiva è differente e possiamo avvalerci di una buona dotazione di edifici in muratura: la prevenzione, infatti, rimane il vero antidoto. Oggi abbiamo accesso a tecnologie avanzate, come i sistemi di sorveglianza dall’alto, ma la realtà è che, purtroppo, non possiamo basarci solo su queste soluzioni, che a volte risultano vulnerabili a interferenze. La protezione passiva rimane il primo passo fondamentale nella difesa contro gli incendi.” In relazione alla sicurezza degli edifici, lei ha parlato dell’importanza di prodotti costruttivi incombustibili. Come si spiega la scelta di altri tipi di materiali in California? L’elevato rischio sismico può rappresentare un vincolo così restrittivo? “Negli Stati Uniti l’ampio utilizzo del legno come principale materiale da costruzione è parte della cultura locale, in particolar modo delle periferie. Questo materiale ha vantaggi in termini di economicità e rapidità di esecuzione: è facilmente reperibile, trasportabile, consente di costruire e ristrutturare in tempi brevi. È una soluzione che si continua a scegliere anche perché ci troviamo in una zona ad alta sismicità: le normative edilizie in California e in molte altre aree sismiche degli Stati Uniti sono orientate a garantire che gli edifici siano resistenti ai terremoti, un aspetto che influenza le scelte nei materiali e nelle tecniche costruttive. L’attenzione all’antisismica è però giustamente anche una prerogativa italiana che con apposite normative (NTC) regolamenta l’uso di diversi materiali strutturali (tra cui calcestruzzo armato e laterizio) che possono offrire una resistenza al fuoco decisamente superiore. Ad esempio, una parete in muratura con spessore di circa 30 cm può resistere per almeno due ore all’incendio, impedendo la propagazione delle fiamme. L’utilizzo di materiali incombustibili è parte della nostra cultura tecnica edilizia, che andrebbe adeguatamente divulgata anche negli Stati Uniti.” In un contesto di crescente preoccupazione per il cambiamento climatico, come influiscono gli incendi sulla sostenibilità ambientale? La progettazione di edifici più sicuri può contribuire agli obiettivi in tal senso? “Gli incendi hanno un impatto devastante sull’ambiente, causando in modo significativo il rilascio di emissioni di CO2. Limitare la propagazione degli incendi, ad esempio costruendo edifici con materiali incombustibili, potrebbe ridurre non solo i danni a lungo termine ma anche l’impatto ambientale. La progettazione di edifici sicuri, resistenti al fuoco e durevoli nel tempo aiuta a ridurre la necessità di ricostruzione, risparmiando risorse e abbassando le emissioni in atmosfera. In Italia, la storicità del nostro patrimonio edilizio, realizzato con materiali più sicuri come la muratura, è già in linea con gli obiettivi di sostenibilità, ma c’è ancora spazio per migliorare, aumentando l’utilizzo di materiali incombustibili anche per i rivestimenti esterni e puntando su un’innovazione tecnologica che favorisca la protezione passiva. Una progettazione attenta alla sicurezza e l’utilizzo di materiali idonei possono fare la differenza” In conclusione, pensa che eventi come quelli californiani possano fornire lezioni utili anche all’Italia? Sì, assolutamente. Gli incendi in California ci ricordano l’importanza della prevenzione, ma anche della progettazione strutturale mirata a garantire la sicurezza. L’Italia ha un patrimonio edilizio che, sebbene richieda importanti interventi di efficientamento energetico per rispondere alle direttive europee, è già in gran parte costruito con principi che proteggono le persone in caso di incendio. La riqualificazione energetica del costruito in questi ultimi anni, spinta dall’onda del Superbonus, ha talvolta indotto in scelte di cui potremo presto pentirci. L’uso in facciata di pannelli isolanti non protetti, caratterizzati da reazioni al fuoco inopportune, potrebbe mettere in grave rischio l’edificio e i suoi abitanti in caso di incendio. Dobbiamo quindi essere maggiormente analitici e rigorosi nel rispondere a nuove sfide e garantire che la nostra edilizia continui a evolversi per affrontare tutte le criticità legate ai cambiamenti climatici e ai disastri naturali. (Articolo di Flavia Santia, pubblicato in CER il giornale della ceramica n. 410)